Cassazione, ordinanza 16 settembre 2024 n. 24811
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso relativo ad una separazione fra due coniugi, nel quale era stata addebitata la separazione nei confronti della moglie, a seguito di accertata infedeltà della stessa.
In particolare la Corte, rigettando il ricorso proposto dalla donna, che nel precedente grado di giudizio si era limitata a sostenere che il marito, “pur essendo a conoscenza della relazione”, non aveva chiesto la separazione, “con ciò dimostrando che .. il fatto non gli era intollerabile”, nel condividere le argomentazioni dei giudici di merito, osserva che: “La corte d’appello ha preso in esame l’unica doglianza che investiva la constatazione, da parte del primo giudice, dell’esistenza di un nesso di causalità fra infedeltà e prosecuzione della convivenza ricordando il principio secondo cui la tolleranza dell’altro coniuge, di per sé, non assume rilievo al fine di escludere un simile nesso causale ma, al più, può essere presa in considerazione, unitamente ad altri elementi, quale indice rivelatore del fatto che l’affectio coniugalis era già venuta meno da tempo. Altri elementi che – hanno immediatamente precisato i giudici distrettuali – erano stati solo genericamente dedotti ed erano rimasti privi di adeguate allegazioni probatorie.”