Con riferimento alla sentenza della Corte d’Appello di Milano relativa al divorzio Berlusconi – Lario, che obbliga la sig.ra Veronica Lario a restituire all’ex marito 60 milioni di euro incassati a titolo di assegno divorzile e a rinunciare a qualsiasi altro mantenimento, l’Avv. Giorgio Aldo Maccaroni, Presidente dell’A.I.DI.F., Avvocatura Italiana per i Diritti delle Famiglie, osserva e chiarisce quanto segue: “non si pensi che la sentenza della Corte d’Appello di Milano, relativa al divorzio Berlusconi – Lario, possa essere un precedente applicabile a chiunque”.

Infatti, stabilire la retroattività e cioè che l’ex coniuge debba restituire quanto percepito durante gli anni precedenti, a titolo di mantenimento, non solo rappresenta una decisione isolata della sola Corte d’Appello di Milano ma anche il caso esaminato dalla stessa Corte è del tutto singolare. La Corte di Cassazione, infatti, con la nota sentenza n. 11504 del 10 maggio 2017, ha considerato non più attuale il criterio del tenore di vita avuto in costanza di matrimonio per calcolare l’assegno di mantenimento dovuto all’ex coniuge, ma non ha parlato di retroattività stabilita invece dalla Corte d’Appello di Milano. Non si può, quindi generalizzare, pensando che ormai tutti gli ex mariti avranno indietro quanto versato alle ex mogli, negli anni precedenti, a titolo di assegno divorzile. Infatti, già possono ritenersi fortunati coloro che non dovranno più pagare, per il presente e per il futuro, l’assegno di mantenimento all’ex coniuge, anche perché vi sono altri parametri che vengono applicati dal giudice perché un ex coniuge possa aver diritto all’assegno di mantenimento in sede di divorzio. Innanzitutto, come dice le legge, occorre stabilire se l’ex coniuge non abbia mezzi adeguati ovvero non possa procurarseli per ragioni oggettive, dopo di che vengono esaminati altri criteri fra cui la durata del matrimonio e il contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del patrimonio di ciascuno o di quello comune.
Insomma, in attesa di capire cosa farà il Legislatore sul punto, come si regoleranno i vari Tribunali d’Italia e se ci sarà un’altra pronuncia della Corte di Cassazione su tale questione, cerchiamo di non cadere in facili equivoci, leggendo le decisioni della Corte di Cassazione e della Corte d’Appello di Milano.