Che le adozioni avevano sempre avuto serie difficoltà tutti lo sapevamo da anni. Sapevamo anche quanto fosse difficile adottare bambini nel nostro Paese e, seppur in misura minore, adottare bambini stranieri.
Certo, però, nessuno poteva immaginare che un ente quale la Commissione per le adozioni internazionali, preposta a vigilare e a verificare il procedimento delle adozioni internazionali, vivesse uno stato simile di immobilismo e di abbandono, senza nemmeno avere più il proprio Presidente.
Già un po’ di tempo fa, all’ultimo Presidente della Commissione, la dott.ssa Silvia delle Monica, era stato contestato un grave e prolungato immobilismo, poiché non aveva convocato la commissione da più di due anni.
Poi a succederle era arrivata (ma non andrebbe nemmeno ricordata) Maria Elena Boschi, che era stata ancor più assente del suo predecessore (sito non aggiornato, numero verde che risultava inesistente, le email che tornavano indietro e il rapporto statistico che continuava a non essere pubblicato).
Ora invece siamo arrivati all’assurdo e cioè non esiste più nemmeno un Presidente della Cai, la quale risulta ad oggi non più consultabile e non più contattabile. La conseguenza è che le adozioni internazionali, ma anche quelle nazionali, già fortemente penalizzate, sono ancor più in crisi e i dati statistici parlano chiaro in proposito, testimoniando già dal 2015 un calo vertiginoso delle adozioni stesse.
Quale potrebbe essere la possibile soluzione, ci domandiamo in molti, per porre fine a questa terribile situazione, che finisce per penalizzare soprattutto i bambini?
Certamente, viene spontanea la risposta, nominare un nuovo Presidente che sia credibile, preparato, scrupoloso e abbia a cuore l’interesse dei bambini ad avere una famiglia.
In tale importante e difficile scelta, molti sono rimasti scioccati appena hanno sentito che l’incarico di Presidente della Cai potrebbe essere assegnato all’attuale Presidente del Tribunale di Firenze, la dott.ssa Laura Laera, ossia lo stesso giudice che ha dato via libera alla “doppia” adozione omosessuale da parte di due coppie di padri.
Ci domandiamo allora: dove stanno andando a finire la adozioni? Speriamo che non sarà troppo tardi per accorgerci, fra qualche anno, che il “diritto del minore ad una famiglia” non rimanga solo il titolo di una legge.